A Milano, nella sede di Facebook, va in scena la protesta dell’attore, scrittore e attivista Jacopo Fo, che accusa il colosso di censura.
In queste ore, l’attore, scrittore e attivista Jacopo Fo è davanti alla sede italiana di Facebook, a Milano, per protestare contro la chiusura del suo profilo personale, nel quale aveva parlato per mesi di pace e di crimini di guerra. I suoi post sono stati oscurati e cancellati, e i suoi followers dispersi, creando un danno all’artista, ma cosa ancora più grave, limitando la libertà di espressione di un cittadino.
L’attore, figlio del grande Dario Fo, si è recato in Piazza Missori per combattere il colosso dei social. “Ho tentato di far valere i miei diritti, pacificamente, tenendo un cartello in mano”, e poi aggiunge che “Facebook mi censura perché sono pacifista, da 23 milioni di contatti al mese ora non ne ho nemmeno 200 mila”.
“Su Facebook non c’è libertà di parola per la pace”, la protesta dell’attore e attivista Jacopo Fo
“Uccidere un bambino israeliano è come uccidere un bambino palestinese”, il cartello tenuto in mano dall’attore recita queste parole. Secondo Fo, la società Facebook nasconde le critiche contro il Governo israeliano dopo lo scoppio della guerra sulla Striscia di Gaza. “Da sei mesi la mia pagina Facebook è bloccata, ha avuto un crollo del 99% dei contatti”.
Secondo Fo, la sua colpa è quella di aver sostenuto le parole di Papa Francesco, e ribadisce che se Hamas ha massacrato migliaia di bambini israeliani, ora Israele sta massacrando migliaia di bambini palestinesi. “Quando ho denunciato i crimini di Hamas, non è accaduto nulla, quando ho sollevato la voce contro Israele, mi hanno bloccato il profilo”, lamenta l’attivista.
Le lamentele dell’attivista nei confronti del colosso social
Tra l’altro, Fo non è il solo, perché le stesse condizioni lamentano anche altri attivisti italiani. Nessuno, però, ha potuto controbattere le decisioni di Facebook. “Protestare contro la violenza deve essere un diritto e un obbligo morale”, chiarisce Fo, il quale si lancia in una lunga protesta contro il colosso del web, accusandolo di soffocare la libertà di parola.
Le leggi europee sanciscono una protezione del diritto per tutti gli utenti, e non è possibile essere censurati in questo modo. “La Costituzione Italiana garantisce la libertà di espressione, tranne che sui social network… e i partiti non muovono un dito”. Infine, l’attore spiega che opporsi agli abusi è un imperativo morale assoluto.